venerdì 15 giugno 2007

Prosegue il tesseramento a Sinistra Democratica in provincia di Teramo

Con l'avvio del tesseramento, in provincia di Teramo, si stanno registrando numerose adesioni in diversi centri della provincia.

Nello sforzo corale di organizzazione di Sinistra Democratica spiccano, per ora, i risultati molto significativi di Bellante, Pineto, Isola del Gran Sasso, Giulianova e Mosciano S. Angelo.
Anche nelle altre realtà il lavoro politico prosegue con l'obiettivo di consolidare la presenza organizzata di Sinistra Democratica nella maggioranza dei Comuni della nostra provincia.

lunedì 11 giugno 2007

Oggi ricorre il 23° anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer

«La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico.» (Enrico Berlinguer)

Figlio dell'avvocato Mario Berlinguer e di Maria Loriga, nacque a Sassari il 25 maggio 1922, in una famiglia di piccola nobiltà rurale che gli permise di crescere in un ambiente culturalmente assai evoluto (il nonno, omonimo, era il fondatore del giornale "La Nuova Sardegna", e fu amico di Garibaldi e di Mazzini) e di vivere relazioni familiari e politiche che influenzarono notevolmente la sua ideologia e l'attività politica successiva.

Giovane anarchico, nel 1937 prese contatti con gli anti-fascisti sardi nella prospettiva, poi non verificatasi, di una ribellione su base regionale contro il fascismo.
Profondo ammiratore di Marx, Berlinguer abbandonò l'anarchismo e nel 1943 si iscrisse al PCI.
Partecipò alla Resistenza partigiana tra le "Brigate Garibaldi" e fu fra i protagonisti di un moto libertario esploso nella sua città natale: ci furono dei disordini di piazza e fu arrestato, ma fu prosciolto dopo 3 mesi di detenzione.
Subito dopo la sua scarcerazione, il padre lo portò a Salerno e nella città campana il padre gli presentò Palmiro Togliatti, che era stato suo compagno di scuola e che era all'epoca la personalità più importante del PCI.
Enrico fece una buona impressione a Togliatti, che nell'immediato lo rinviò in Sardegna per perfezionare la sua preparazione politica; dopo il suo trasferimento a Milano lo fece entrare, giovanissimo, nel comitato centrale del Partito Comunista Italiano.
Togliatti lo volle poi con sé a Roma: nel 1949 fu nominato segretario della federazione dei giovani comunisti (FGCI), carica che avrebbe mantenuto sino al 1956 e l'anno successivo Berlinguer divenne segretario della Federazione mondiale della Gioventù Democratica.
Fu eletto per la prima volta deputato nel 1968.
Nominato, nel corso del XII congresso, vice-segretario nazionale (durante la segreteria di Luigi Longo), guidò nel 1969 una delegazione del partito ai lavori della conferenza internazionale dei partiti comunisti che si tenne a Mosca; in tale occasione, trovandosi in disaccordo con la "linea" sovietica a sorpresa rifiutò di sottoscrivere la relazione finale.
La presa di posizione, inattesa quanto "scandalosa", fu memorabile: tenne il discorso decisamente più critico in assoluto fra quelli che mai leader comunisti abbiano tenuto a Mosca, rifiutando tassativamente la "scomunica" dei comunisti cinesi e rinfacciando a Leonid Breznev che l'invasione sovietica della Cecoslovacchia (che definì la "tragedia di Praga") aveva solo evidenziato le radicali divergenze affioranti nel movimento comunista su temi fondamentali come la sovranità nazionale, la democrazia socialista e la libertà di cultura.
Nel 1970 Berlinguer proclamò un'altrettanto inattesa apertura verso il mondo dell'industria, rappresentativo peraltro sia di istanze politiche conservatrici che del "club dei capitalisti": dichiarando che il PCI guardava con favore ad un nuovo modello di sviluppo, inseriva il partito in un dibattito politico-economico fino ad allora considerato tabù per i comunisti.
Gli anni della segreteria di Berlinguer furono caratterizzati per le sue decise prese di posizione e per una lucida analisi della società italiana, europea e mondiale.
Oltre a scelte politiche di lungo respiro (il compromesso storico, l'eurocomunismo, l'esaurimento della spinta propulsiva della Rivoluzione d'Ottobre) Berlinguer affrontò temi di grande rilevanza sociale e politica: l'austerità nei consumi; il rapporto tra giovani, donne e politica; la questione morale; l'innovazione tecnologica; il nuovo internazionalismo; il dialogo con il mondo cattolico.
Nei suoi anni da Segretario del PCI si raccolsero nel partito, forse con la maggior concentrazione, alcune delle più nitide intelligenze politiche e del mondo della cultura, tra esse la minuta figura di Berlinguer, schivo ed in apparenza timido, dal muovere serio e misurato, sarebbe svettata per silente acclamazione accompagnata dal consenso di tutto il partito.
E nelle ardite scelte berlingueriane, interne ed estere, rischiose quanto accortamente studiate, si incanalarono gli andamenti del partito di opposizione più importante dell'Italia repubblicana e del partito comunista più importante del mondo occidentale, in un decennio che si sarebbe rivelato fra i più importanti della storia recente.

In vista delle elezioni europee del 1984 Berlinguer si recò a Padova il 7 giugno, dove effettuò un appassionato comizio. Poco dopo aver pronunciato la frase: "Compagni, proseguite il vostro lavoro casa per casa, strada per strada" venne colpito da un ictus e crollò, pallido e stremato, sul palco di Piazza della Frutta.
Le persone che lo stavano ascoltando lo trasportarono prima in albergo e poi in ospedale, ma i soccorsi furono vani, cessò di vivere alle 12:45 del 11 giugno 1984.

L'emozione suscitata dalla sua scomparsa contribuì al successo elettorale del PCI che divenne il primo partito italiano con il 33,3% dei voti contro il 33% ottenuto dalla Democrazia Cristiana.

Milioni di persone parteciparono al suo funerale che, in numero di partecipanti, è stato uno dei più imponenti in tutta la storia d'Italia.
Dopo Gramsci e Togliatti, secondo molti storici, nessuno avrebbe più incarnato la storia del partito come ne fu capace Berlinguer; e per qualcuno degli studiosi è un "dopo" solo temporale.
Berlinguer è stato sicuramente il Segretario del PCI più amato dai militanti di quel Partito e da quelli che ne hanno raccolto l'eredità politica e morale.