venerdì 22 giugno 2007

Il nucleare è veramente utile al clima?

Riportiamo un interessante articolo riguardante la discussione sul nucleare che sta riprendendo piede nel nostro Paese.


Ricordiamo di seguito i tre grandi problemi del Nucleare che rimangono tuttora irrisolti: Sicurezza degli impianti, proliferazione del combustibile nucleare e vulnerabilità della filiera a guerre e terrorismo

Smaltimento delle scorie
Il principio di funzionamento di una centrale nucleare si basa sulla reazione di fissione (la famosa reazione a catena) di un materiale fissile (generalmente Uranio-235) che, a differenza di quanto succede nella bomba atomica, avviene in modo controllato. Il calore sprigionato dalla fissione nucleare serve a generare vapore surriscaldato che serve a produrre energia elettrica come nelle centrali tradizionali. Il controllo della fissione nucleare avviene mediante opportune Barre di controllo: quando si vuole diminuire la potenza del reattore nucleare, o spegnerlo, si inseriscono di più o di meno le barre di controllo. In caso di guasto o di situazione anormale le barre di controllo vengono inserite automaticamente.
Sicurezza delle centrali nucleari: Escludiamo subito che una centrale nucleare possa esplodere come una bomba nucleare. Il problema è che le barre di controllo di un reattore nucleare controllano soltanto la reazione primaria della fissione dell'uranio, ma non le reazioni secondarie (dei prodotti di fissione). Pertanto, una volta avviato un reattore nucleare, il 7% del calore prodotto (imputabile alle reazioni secondarie) rimane sempre attivo e richiede il funzionamento delle pompe per il raffreddamento del nocciolo, pena la sua fusione immediata, la conseguente distruzione del contenimento, e la fuoriuscita di grandi quantità di materiale altamente radioattivo (nel caso di Cernobyl è avvenuto proprio questo). Per questo qualsiasi centrale nucleare, anche se ferma, deve essere raffreddata continuamente e per molti anni dopo la sua definitiva messa fuori servizio. Pertanto la tecnologia non è, e non può essere intrinsecamente sicura. Nel mondo convenzionale (non-nucleare), se un dispositivo o impianto si guasta e diventa pericoloso (un corto nel tostapane, l'automobile andata a fuoco), è prassi staccare qualsiasi alimentazione di energia ed allontanarsi dalla zona di pericolo per attendere che il fenomeno si esaurisca da solo. Nel nucleare questo non è possibile. Al contrario: "Staccare la spina" da una centrale nucleare vuol dire provocare un disastro di dimensioni planetarie (per cui non esiste più una distanza sicura). E per "salvare il salvabile" occorrono eroi disposti alla sofferenza ed al sacrificio della propria vita come gli elicotteristi a Cernobyl ed i tecnici di Tokaimura (Giappone 1999).Gli incidenti nucleari non sono paragonabili a disastri "convenzionali", che pur producendo tanti morti e conseguenze gravissime restano confinati in uno spazio e in un tempo limitati. Il rilascio nell'ambiente di sostanze radioattive al seguito di un incidente nucleare assume invece proporzioni planetarie, con effetti estremamente prolungati nel tempo (per molte generazioni umane), e che colpiscono indiscriminatamente un numero enorme di persone ed esseri viventi, anche molto distanti dal luogo del disastro. E' per questo che in tutto il mondo le assicurazioni si rifiutano di coprire rischi nucleari.

Problema delle scorie a lunga vita
Con il termine di scorie nucleari si intende indicare il combustibile esausto originatosi all' interno dei reattori nucleari nel corso dell'esercizio. Esse rappresentano un sottoinsieme di rifiuti radioattivi, a loro volta suddivisibili in base al livello di attività in tre categorie: basso, intermedio ed alto. Esempio di rifiuti a basso livello sono costituiti dagli indumenti usa e getta usati nelle centrali nucleari. Rifiuti a livello intermedio sono costituiti ad esempio dall'incamiciatura del combustibile. Tipico esempio delle scorie ad alto livello è costituito dal combustibile esausto..Le scorie radioattive decadono nel tempo, i prodotti di fissione restano pericolosi per circa 300 anni, gli attinidi minori per circa 10.000, il plutonio per circa 250.000. La scelta del nucleare scarica sulle generazioni future il costo della gestione per millenni di scorie radioattive, prodotte da una sola generazione (quella nostra).

Durata delle riserve di Uranio
Le riserve di Uranio fissile (Isotopo 235) sono sufficienti per coprire il fabbisogno attuale per altri 50-70anni circa. Secondo i sostenitori del nucleare le riserve di Uranio sono molto di più, ed è vero, ma si tratta di Uranio 238 non-fissile e pertanto non utilizzabile. Ai tempi dell'euforia nucleare si pensava di risolvere il problema con la filiera dei cosiddetti reattori veloci autofertilizzanti, progettati per trasformare, durante il normale esercizio, L'Uranio-238 (non-fissile) in materiale fissile (Plutonio), ma nessun prototipo finora realizzato è riuscito a produrre più materiale fissile di quello che consumava. La chiusura del reattore sperimentale francese Superphénix ha per il momento sigillato la fine della filiera nucleare autofertilizzante.Guerre e Terrorismo: Come proteggere gli impianti nucleari dalle menti perfide di persone che dedicano tutta la loro intelligenza a trovare modi per massimizzare il danno provocato dalle loro azioni suicide?
Troppo lunghi i tempi del nucleare Fra le tecnologie efficaci per ridurre le emissioni di CO2, il nucleare si presta ad una obiezione particolare: quella dei tempi. Infatti il quarto rapporto dell'IPCC sul clima non ci ha solo offerto una catastrofica previsione sul futuro del pianeta nel caso si continuasse a non fare nulla, ma ci ha anche dato dei tempi e delle scadenze. Se nei prossimi 10-15 anni non si realizzeranno consistenti abbattimenti delle concentrazioni di CO2 in atmosfera, in modo che l'aumento di temperatura venga contenuto entro i due gradi, il clima della terra diventerà ingovernabile. Quindi che senso ha indicare fra le tecnologie utili al clima il nucleare, visto che per realizzare una centrale ci vogliono almeno dieci anni?

Eugenio Mistral (pubblicato su Aprile online)

giovedì 21 giugno 2007

Nasce Sinistra Democratica ad Isola del Gran Sasso

Anche ad Isola del Gran Sasso nasce il Movimento Politico "Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo".

Dopo il lancio del tesseramento, che ha visto una significativa adesione in particolare tra i giovani, Sinistra Democratica si presenta ai cittadini isolani e dell'intero comprensorio montano con un'iniziativa pubblica, a cui parteciperà l'On. Fulvia Bandoli.

L'appuntamento è per Sabato 23 giugno, alle ore 17.30, presso la Sala Gatti, Centro Multimediale, Borgo Pagliara Vecchia ad Isola del Gran Sasso.