giovedì 10 maggio 2007

Intevento di Claudio Fava - Roma 5 maggio 2007

Care compagne, cari compagni,oggi si conclude definitivamente il carteggio virtuale tra noi e il Partito democratico.
Da questo momento la nostra priorità sarà definirci: non più per sottrazione rispetto agli altri, ma per “intenzione”: cosa sarà la Sinistra Democratica, in quale direzione si muoverà, assieme a quali forze politiche…

Mi piacerebbe che nei mesi a venire il nostro movimento politico riscoprisse la saggezza di Barthleby, lo scrivano di Salinger: vi ricordate la soavità e la fermezza con cui Barthleby diceva “preferirei di no”?

Ecco: dobbiamo tornare a pronunciare alcuni “no” costruttivi, utili a fissare dei confini e a difenderli. Perchè non tutto in politica può essere patteggiato.
Dunque No a chi propone un silenzioso patteggiamento sulla memoria. Parlo di una memoria concreta, quotidiana, fatta di gesti, atti, parole… Vedete, questo è l’unico paese in cui chi perde o sbaglia continua a scrivere la storia.

Per capirci, per andare alla memoria dei gesti e delle parole, anni fa un deputato di Forza Italia disse che se il procuratore Borrelli fosse stato impiccato, avrebbe voluto assistere alla sua esecuzione in prima fila. Un linguaggio irakeno…

Bene, quel deputato, Giampaolo Nuvoli, poi passato all’Udeur, qualche giorno fa è stato chiamato a ricoprire un incarico di altissima responsabilità al ministero della Giustizia.

Ed allora oggi, da qui, chiedo formalmente al ministro Mastella di ritirare questa delega al signor Nuvoli, per rispettare la memoria delle cose intollerabili che da parlamentare disse contro un giudice.Così come chiedo al governo italiano di ritirare il vincolo del segreto di stato dagli atti relativi al sequestro di Abu Omar in Italia da parte della CIA.

Perchè verità e sovranità del nostro paese sno beni indisponibili, e non possono essere patteggiati.
Infine chiedo che si dica No a chi vuole un patteggiamento perfino sulla questione morale:un patteggiamento silenzioso, mai dichiarato…
Diciamolo, in questi anni nelle direzioni di partito, nelle discussioni degli organismi, negli ordini del giorno la questione morale è stata spesso derubricata tra le varie ed eventuali.

La conseguenza è una morale a geometria varabile per cui ciò che è inammissibile a Torno diventa compatibile e tollerabile a Palermo, come se Calabria e Sicilia fossero colonie d’oltremare.
Anch’io, come molti di voi, ho visto due giorni fa il bellissimo documentario su Pio La Torre.

La cosa che più mi ha stupito, e per un certo verso amareggiato, sono state le parole cariche di rabbia, di passione, di lucidità dei suoi ormai vecchi, vecchissimi compagni del partito e del sindacato.

Ho aspettato per dieci anni di ascoltarle nei DS, quelle parole: inutilmente.

Infine, vi chiedo una moratoria sugli aggettivi: da oggi parliamo di sinistra e basta, facciamo di questa parola una categoria generosa che sia capace di parlare a tutti.

E che comprenda tutti.

Compagni socialisti e compagni comunisti. 86 anni dopo Livorno, è tempo che tutti si possano sentire testimoni e protagonisti della stessa storia.

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